La sesta napoletana

 

 

 

 

 

 

 

La sesta napoletana

Caserta 26 febbraio 2016

L’accordo di sesta napoletana è costruito sul II grado abbassato della scala minore. Essa si trova allo stato di primo rivolto e avrà la numerica di 3-6 in quanto primo rivolto di triade.

Tale accordo poggia sul IV grado della scala minore napoletana, ed ha un intervallo di terza minore e sesta minore. Ad esempio, nella tonalità di Sol minore, il basso dell’accordo di sesta napoletana è Do, la 3ª minore è Mi bemolle e la sesta minore (che forma l’intervallo di seconda minore con la tonica) è La bemolle. La risoluzione è sul V grado (che fa la cadenza composta consonante) dal quale si approda al I grado.

In giro tra l’altro si racconta che dei famosissimi personaggi sostengono la tesi per cui il jazz lo avrebbero, in pratica, inventato gli italiani emigrati che portarono il suono “della sesta napoletana, che ha dato il via alle scale usate nel jazz.

Il fatto che poi, frasi di questo tipo, le hanno asserite anche altri illustri critici musicali che sommergono i canali di comunicazione più istituzionali, e sto parlando di gente famosa, seguita e ascoltata vorrà dire magari che un pizzico di verità potrebbe esserci.

Io ritengo che non sia così.  La sesta napoletana non è una nota, e poco o nulla di ciò che è scritto in quella frase corrisponde a verità.

Si potrebbe dire che è un accordo, ma in realtà non è corretto neanche questo. La sesta napoletana è una cadenza, una sequenza di accordi, in un contesto preciso e con un voicing ancora più preciso.

La sesta napoletana è perciò un accordo in primo rivolto, cioè con la terza al basso.

L’accordo in questione, e questa è la parte più interessante, è l’accordo maggiore costruito sul secondo grado abbassato di una tonalità minore.

Il suono caratteristico di questa cadenza è dato dall’intervallo di terza diminuita che si forma fra il IIb (sIb) e la sensibile (sol), sia che esso si presenti come salto diretto o come sequenza di seconde minori (due semitoni consecutivi) se si passa dal Lam/mi.

Quest’accordo, o meglio questa cadenza, è in uso già dal ‘700 e si è sviluppato nella scuola napoletana. E’ costruito, infatti, sul secondo grado della scala minore napoletana (1 b2 b3 4 5 6b 7), in Lam: la sib do re mi fa sol- la.

Ho pure trovato un sito, un forum, dove dicevano che la sesta napoletana è il sesto grado abbassato alla scala maggiore (il lab in Do maj) con relativo accordo di Fam o Lab maj.

No! Come ho già spiegato, l’ordinale (e quindi l’intervallo) “sesta” è relativo all’intervallo, alla distanza della nota caratteristica di questa cadenza e di quest’accordo dal basso del IV grado e non al grado della scala (che invece è il IIb).

Una volta Renzo Arbore affrontò un discorso sulla ‘settima napoletana’. Ma forse anche lui confuse le cose e intendeva appunto  parlare della sesta.

“In Maggio se ne va “ di Pino Daniele il brano viene introdotto proprio con gli accordi riconosciuti come “sesta napoletana” e in quel passaggio si scorge con totale chiarezza l’anima del sound napoletano.

E allora jamme cumpa’, jamme a suna’!