Autonomia Differenziata se ne è parlato a Montecitorio

Autonomia Differenziata se ne è parlato a Montecitorio

Lodevole e efficace l’intervento di Pino Aprile.

Caserta 9 aprile 2024

Grazie all’invito dell’onorevole Alessandro Caramiello, su indicazione  del referente CDS di Giugliano in Campania Espedito Basile,  sono stato presente al convegno sull’autonomia differenziata, svoltosi oggi presso la Sala della Regina nel palazzo di Montecitorio; il simposio è stato voluto e organizzato dallo stesso onorevole Caramiello, sempre attento al dialogo tra istituzioni e territorio.

Bello è stato riabbracciare Luca Pepe ieri giovanissimo meridionalista impegnato oggi giornalista di razza, che ha moderato sapientemente la conferenza.

Il tema oggetto di approfondimento, quello dell’autonomia differenziata, questione centrale nella attualità politica interna al paese ma più ancora per il futuro che disegnerebbe per gli italiani qualora fosse approvata dal Parlamento, è stato declinato secondo osservatori profondi e differenziati.

Ha introdotto i lavori il vicepresidente della Camera onorevole Sergio Costa sottolineando quanto il sistema dell’autonomia differenziata riguardi la tenuta stessa della Repubblica italiana. Ha inoltre spiegato che esiste già una sperequazione tra nord e sud, in quanto per un cittadino del nord lo stato spende 17.621€, mentre per un cittadino del Sud 13.613 € su base annua, dunque c’è una differenza di spesa di circa 80 miliardi. Se ora fosse approvata la norma sull’autonomia differenziata, a questi 80 miliardi si aggiungerebbero altri 190 miliardi di euro che sarebbero sottratti al sud. È evidente che non sarebbe più possibile assicurare nessun tipo di servizio base nelle regioni meridionali e dunque bisognerebbe aumentare le tasse ma aumentando le tasse di un diminuirebbe anche la capacità di spesa dei cittadini del Sud e via via si genererebbe quel circolo vizioso che porterebbe all’emigrazione dei meridionali verso il nord, depauperando il sud di ogni risorsa, anche umana.

il vicepresidente della camera dei deputati, già ex ministro dell’ambiente, ha chiosato il suo saluto con una domanda ben specifica: perché si è voluto l’unità d’Italia se ora si sta facendo di tutto per dividerla? La risposta a nostro modesto parere è semplice: l’Italia si volle allora per prosciugare le casse del florido Regno delle Due Sicilie a favore dei Savoia, oggi si divide perché si è raschiato il fondo e non c’è più nulla da spolpare nel Mezzogiorno.

Successivamente ha preso la parola lo stesso onorevole Caramiello spiegando di essere il presidente dell’intergruppo parlamentare Sviluppo Sud, aree fragili e isole minori che sta organizzando una serie di eventi per comporre e rappresentare il meridione d’Italia. Questo gruppo è rappresentato da 53 parlamentari di tutte le forze politiche che lavorano su temi comuni. Purtroppo però il tema in oggetto oggi non è considerato comune, bensì divisivo. La Lega Nord, ai suoi albori, affermava che se non fossero arrivati alla secessione sarebbero diventati romani e ci stanno riuscendo, infatti se la riforma di questo disegno di legge, già passata al Senato, passasse anche alla Camera dei deputati per il Sud sarebbe finita. Tuttavia non c’è una volontà di dialogo perché ora che ci sono state le audizioni, quando e stato ascoltato il professor Chieffi, questi che ha saputo smontare rigo per rigo la legge dell’autonomia, non ha avuto risposta da Calderoli ma anzi ha ricevuto le solite offese tipo “il napoletano chiagne e *” ….

Gli interventi degli esperti costituzionalisti sono stati toccanti per chi ama la Costituzione Italiana, c’è stato un fuoco di fila da parte dei conferenzieri contro questo disegno di legge  che rassomiglia sempre più ad una aggressione, si sono snocciolati temi e cavilli, che pare possano bloccare sul nascere questa idea tutta padana di stravolgere il sistema politico italiano; il problema rimane, a nostro sommesso avviso, che mentre qui si studia la malattia, il degente muore, anche perché chi ha presentato questo disegno di legge detiene la maggioranza in parlamento e quindi può tranquillamente procedere nel proprio tentativo disfattista.

Chi ha per un lasso di tempo, ridato forza alle speranze meridionaliste, è stato invece il caro Pino Aprile, che, nelle vesti di un rinato Beneventano del Bosco, ha arringato a piena voce e con tutta l’anima, una filippica contro chi ha partorito questa infamia. Importante per il sottoscritto è stato il momento in cui, lo scrittore identitario ha sentenziato il fatto che il sud, potrebbe addirittura giovare di una eventuale divisione del territorio italico, magari non subito, ma nel giro di pochi anni.

L’Italia a Sud fu decisa manu militari, ma solo per una questione di mera economia e finanza, e soprattutto per abbattere i dazi doganali borbonici, paradossalmente questa idea di autonomia differenziata regionale potrebbe a nostro sommesso avviso essere una sorta di ritorno al passato, riproponendo con leggi specifiche una sorta di dazio regionale, per quel che concerne l’entrata di taluni prodotti di esclusiva produzione padana. La soluzione è lì a portata di mano ai posteri l’ardua sentenza.

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