Saranno tutte battaglie campali , quando il gioco si fa duro i duri entrano in gioco.

 

 

 

 

 

 

 

Saranno tutte battaglie campali , quando il gioco si fa duro i duri entrano in gioco.

di Fiore Marro

Caserta 19 febbraio 2016

Siamo ancora amareggiati, come tifosi del Napoli, per la sconfitta ma, a bocce ferme, analizzando bene la partita di Torino di sabato 13 febbraio allo Juventus Stadium, si scorge un dato che ci ha lasciato ancora più dolenti: si è giocato contro una squadra che tatticamente ha fatto il verso al Carpi e al Genoa, infatti anche in quelle gare gli avversari erano posizionati in 11 dietro la linea del pallone e poteva scapparci il gol in contropiede, come è accaduto in Piemonte; se allora non accadde fu per fortuna o per puro caso. La differenza sostanziale tra le partite in questione non è stato solo il risultato ma l’approccio alla gara, i nostri calciatori, invece di affrontare gli avversari con il piglio che li ha contraddistinti in tutto l’arco del campionato in corso, sono entrati in campo con eccessiva deferenza , un rispetto esagerato che, però, si giustifica con il fatto che si trattava di giocare con la squadra, che  in assoluto risulta la più forte compagine degli ultimi anni e soprattutto con la nota da non trascurare che, in quel campo, sia il Napoli di Benitez che quello di Mazzarri sono  usciti sempre, non solo sconfitti ma anche un tantino umiliati e queste sono situazioni che rimangono nel dna di un calciatore.

Perdere è stato un delitto perché si è trattato di una sconfitta immeritata, perdere è stato un danno anche perché sarà difficile ora riprendere la testa della classifica. Le squadre che affrontano la Juve lo fanno in una maniera a dir poco sottomessa, come è capitato di fare anche agli azzurri, mentre diverso approccio capita quando si affrontano gli uomini di Maurizio Sarri, sarà che per gli avversari sia doveroso fare una gara da finale mondiale contro i napoletani, sono sicuro che si assisterà a battaglie campali, a scontri del tipo o la vita o la morte, saranno tutte finali non tanto per il Napoli ma per chi lo affronterà. Questo inciderà e non poco da qui alla fine.

Ultima postilla, quel sacchetto dell’immondizia spinto contro Pepe Reina, l’ennesima schifezza, c’è poco da dire, lo squallore di taluni individui non ha certo posizione geografica definita, solo che ci ricorda un vecchio detto : la madre dei cretini è sempre incinta.

“Bentornato Reina!”, intanto è stato il saluto che si è letto sul profilo ufficiale Twitter del Villarreal, un omaggio al portiere spagnolo con una foto di tanti anni fa del numero 25 azzurro. Reina ha giocato al Madrigal dal 2002 al 2005 ed ha lasciato uno splendido ricordo a città e tifosi. Con gli spagnoli  del Villareal, con cui siamo in ottimi rapporti, De Laurentis ha pranzato gustando la famosa paella velenciana che, poi, si è rivelata una peperonata indigesta sul campo, con una partita insolita, senza spunti degni di nota, tranne un rigore negato al Napoli e le solite scemenze che hanno consentito anche agli iberici di trovarsi in condizioni facili per tirare in porta e vincere la partita di andata, di questi sedicesimi di coppa Uefa. Giocavano le seconde linee e va bene, ma la squadra punge poco e fa troppa accademia e poco costrutto. D’altronde si sa benissimo che febbraio è il mese peggiore per le squadre di Sarri e come da prassi si sta mantenendo anche questa tradizione negativa. Il ritorno sarà una impresa non impossibile, ma che comunque deve far un poco riflettere sullo stato dei calciatori, non proprio brillantissimi. Il ciclo terribile cominciato con la Juventus non sta dando grandi frutti. Ora sotto con il Milan!

La gara con il Milan di Siniša Mihajlović sarà una delle finali che  vedranno il Napoli impegnato da qui alla fine della stagione, per noi sarà un un leit motiv, come una sorta di refrain sanremese , per noi ogni partita sarà una battaglia.

La squadra rossonera arriva con una buona dose di risultati utili consecutivi e con la consapevolezza che, se non fa risultato al San Paolo, può sprofondare nell’abisso dell’anonimato, quindi a differenza di tante altre squadre, dovrebbe venirsela a giocare senza tante alchimie rinunciatarie. Speriamo.

Tra i calciatori da tenere d’occhio oltre al cannoniere Carlos Bacca già 13 reti realizzate in stagione, non bisogna dimenticarsi lo stato di forma eccellente dei vari i Keisuke Honda e del giovane M’Baye Niang, rigenerato dalla cura Gasperini a Genova e assoluta rivelazione del Milan di quest’anno.

Gli azzurri sono consapevoli che ogni punto perso da qui alla fine sarà micidiale per la classifica finale. In questi momenti ciò che serve è avere lucidità e pragmatismo, quindi anche se si dovesse giocare tipo l’Inter di questo  inizio stagione,  nessun vero tifoso storcerà il muso, quel che serve adesso è mantenere le distanze con la Juventus e basta, al di là del bel calcio.

Naturalmente tutti noi innamorati del Ciuccio non aspettiamo altro che cantare di gioia, una peana che aspettiamo da troppo, tanto tempo. Il Milan sarà la nostra prossima vittima o il nostro definitivo carnefice.